da questo blog è stata tratta una storia vera

29.1.05

una cosa che ho imparato

Quando dormi per la prima volta da una ragazza, quando ti svegli prima di lei perché quel giorno hai qualcosa di importante da fare, togli dolcemente il suo braccio dal tuo petto, sguscia silenziosamente fuori dalle lenzuola, baciala delicatamente sulle labbra, ma non svegliarla. Prendi i tuoi vestiti che riposano da qualche parte sul pavimento e vestiti in corridoio, dove puoi accendere la luce.
Vai in cucina, e prepara la moka. Mettila sul fornello, ma non accendere la fiamma. Cerca una penna e attacca sulla moka un post it con la scritta "Accendimi".
E adesso esci.
Continua a comportarti così, tutte le volte che dormi da lei.
Quando ti sorprenderai a pensare che questo rituale non è poi così importante, tronca la relazione.

28.1.05

joele speaks

Di fronte a una tela nera con scritta bianca, 30x20cm, 20.000 euro.
Per capire il prezzo delle opere d'arte degli artisti contemporanei, devi pensare al mercato dell'oro: il prezzo dell'oro è dato dalla quantità di oro disponibile nel pianeta. Avendo gli artisti poche idee, le vendono a caro prezzo, mentre i creativi (grafici, fotografi commerciali, copyrighters...) hanno un sacco di idee e le danno in giro a un tot al chilo.

25.1.05

la camera chiara

Su La Repubblica di oggi è stata pubblicata una inchiesta molto esaustiva sul problema energetico in Italia. Questa inchiesta conclude che, se in questa casa i miei coinquilini spegnessero la luce nelle varie stanze dopo che ne sono usciti, non ci sarebbe più alcun bisogno di parlare di ritorno al nucleare, importazione di energia elettrica, black-out programmati.
L'unica ragione che possono avere per tenere tutte le luci accese è quella di essere azionisti di maggioranza dell'ENEL. Questo spiegherebbe anche perché siano sempre in ritardo con il pagamento dell'affitto.

23.1.05

altri danni

Fischietto 2 ha rotto un bicchiere. Niente di che, se non fosse che l'ha lasciato lì, sul mobile della cucina, e ancora non si è dato pena di comprare la colla per legno per riparare la fruttiera.
Intanto, però, ha fatto la sua sinistra comparsa in cucina una chitarra classica. Se con quella chitarra dovesse venir suonata anche una sola nota, mi sento pronto a emulare John Belushi in Animal House.

21.1.05

bulimia

La soluzione potrebbe essere: viaggiare.
Te ne vai via in macchina, ma il tuo malessere sarà lì a fianco a te, sul sedile del passeggero. Durante il tragitto ti lascerà in pace, ti lascerà cantare felice i testi dei The Streets. Magari un po' ci crederà anche lui, e sorprenderai il tuo malessere battere il piede a tempo di musica. Ma appena arrivati ti guarderà negli occhi, scrutandoti nel profondo come solo il tuo personale malessere sa fare, e ti dirà "Bravo, e ora?". E tu sai già che l'unica cosa da fare è rimontare in macchina.
Forse, ma solo forse, se la tua meta del viaggio è abbastanza lontana, riuscirai a seminare il tuo malessere ad un aeroporto di scalo, perderà una coincidenza, e lui sarà costretto a prendere il volo successivo: se hai scelto una località veramente esotica, potrai guadagnare anche 48 ore di vantaggio su di lui, ma prima o poi anche il suo aereo atterrerà nello stesso aeroporto dove sei arrivato tu, e ti troverà. Ti raggiungerà mentre stai girando a vuoto in questa immensa metropoli; mentre ti svegli nel tuo letto d'ostello e il tuo compagno di stanza, backpacker entusiasta, è lì pronto a condividere le sue esperienze con te; mentre stai visitando i ruderi di qualche antica tomba (perché noi, ovunque andiamo, dobbiamo sempre andare a far visita alla Morte, sotto forma di qualche ossario o reliquiario o piramide); mentre stai in spiaggia a non fare assolutamente nulla. Ti raggiungerà e tu ti chiederai "Che cazzo ci faccio qui?" e vorrai solo tornare indietro.
N
on è viaggiando che puoi stare meglio, perché il tuo malessere te lo porti con te. E' il tuo accompagnatore fidato. Ti seguerà ovunque.
Oppure no, è solo viaggiando che puoi stare meglio, perché non c'è nulla che ti anestetizza come lo stare in moto, come il trovarti sospeso tra il luogo di partenza e quello di destinazione. Va da sè che appena arrivato devi ripartire
, di nuovo, e di nuovo, e di nuovo. Questa è la bulimia del viaggio.

vecchi

Vivo in un quartiere di vecchi, che fanno cose da vecchi. Questa mattina, ad esempio, qualcuno aveva parcheggiato male un furgone, lasciandolo in parte sulla carreggiata, e un vecchio sulla sua automobile aveva bloccato tutto il traffico perché, diceva, non ci passava. Intanto si era formato tutto attorno un drappello di vecchi e anche loro, dicevano, non ci passava. C'era spazio a sufficienza perché ci passasse uno di quei TIR con trasporto eccezionale che ogni tanto capita di incrociare in autostrada, con macchine dell'ANAS di scorta, lampeggianti e tutto il resto, ma tant'è.
Vivo in un quartiere di vecchi, e ogni volta che sto parcheggiando l'automobile, mi ritrovo tra i piedi uno di questi vecchi che pretende di aiutarmi nelle manovre "Vai vai vai raddrizza vai vai vai vai FERMA! Eh, hai toccato...".
Vivo in un quartiere di vecchi in cui un piccolo imprenditore illuminato ha affittato un locale per farci un ristorante. Appena iniziati i lavori per il rinnovo del locale, la parrocchia si è fatta promotrice di una campagna per bloccarne l'apertura perché "con un ristorante nel quartiere sarebbe stato difficile trovare parcheggio", come se al parroco glie ne dovesse fregare qualcosa, ma tutti i vecchi sono accorsi entusiasti. C'era aria di rivolta. Mi sono detto, è con i vecchi che faremo la rivoluzione. Barricate, bombe molotov. Come a Genova, ma questa volta si gioca in casa, e a fianco di ex-partigiani che, non si sa mai, tengono ancora il vecchio schioppo in solaio. Così ho partecipato a un paio di riunioni in parrocchia. Ho avvicinato i vecchi che più prendevano a cuore la causa, ho parlato loro di opere di sabotaggio, ho spiegato loro come bloccare le porte con silicone e limatura di ferro nelle serrature, come utilizzare una fionda da un'auto in corsa senza dover sporgere il braccio dal finestrino, come guadagnare la complicità dei muratori che lavorano al rinnovo del locale per murare una bistecca in una parete del ristorante. Si sono detti entusiasti, ma alla fine non se ne è fatto nulla. E il ristorante ha aperto, non che la cosa mi disturbi. Ho provato ad andarci a mangiare, un paio di volte, non c'era mai posto. Era pieno di vecchi.
Si ovvio, gli stessi vecchi. E a capotavola sedeva il parroco.

20.1.05

post it

Se non vi dispiace, vorrei utilizzare il blog per appuntarmi i danni fatti dalla presenza di Fischietto 2.
Si inizia subito con il manico di una fruttiera di legno (grossa fruttiera ricavata intagliando un unico pezzo di legno, provenienza: Guadalupe).
Intanto vi segnalo che ho trovato ad aspettarmi nella tazza del cesso l'ottava cagata della Cagarona. La prima del nuovo anno. Festeggiamo!

autobus

Oggi ho dovuto prendere i mezzi pubblici e mi sono bagnato tutto di umanità. Spero che questa roba non lasci macchie e aloni.

19.1.05

il presidente

Ok, visto che me lo chiedete, vi parlo anche del cane che vive con me.
Ma forse per parlarvi del cane dovrei prima parlarvi del format... L'idea è di creare un format, produrlo e rivenderlo a qualche emittente televisiva "giovane". Le capacità ci sono, la tecnologia pure, manca solo una stanza libera e la volontà di fare realmente un reality show. Ah beh, poi mancano anche le risorse umane, ovvero dei coinquilini abbastanza brandizzabili a livello esteriore e brillanti con la battuta pronta. Dal punto di vista "umano", c'è solo il cane. Che reciterebbe nella parte di se stesso nel ruolo de Il Presidente del Comitato di Accoglienza della Casa. Confidenzialmente, potete chiamarlo Il Presidente. Già mi immagino la sigla, con le immagini dei vari personaggi che gestiscono l'appartamento, e come ultimo la facciona del cane, e la scritta in sovraimpressione "...e Il Presidente del Comitato di Accoglienza della Casa nel ruolo di se stesso".
Nella trasmissione, il principale compito de Il Presidente sarebbe quello di accogliere i potenziali coinquilini mostrando i denti, cosa che comunque sa fare molto bene anche fuori dalla finzione televisiva. Non che Il Presidente sia cattivo o mordace, tutt'altro, solo, ha scoperto questo grande potere di far paura alla gente, e ha deciso di usarlo senza moderazione.

18.1.05

fischietto 2

Vi ho già parlato di Fischietto 2? No? Nooo?!
E' successo questo, torno dalle vacanze di Natale e sulla porta si presenta questo tizio. A quanto pare, Fischietto mi aveva avvisato per tempo che se ne andava non so dove per non so quanto tempo a fare non so cosa, e che mentre era via dava ospitalità a un suo amico. Io non mi ricordo in alcun modo di questa conversazione, ma dopotutto non mi ricordo di alcuna conversazione con Fischietto, e sì che in tutto questo tempo qualcosa ci saremo pur detti. Per me non è un grosso problema, un coinquilino vale l'altro se non...
Se non.
Se non che la prima cosa che fa Fischietto 2 appena appoggiato il borsone è entrarmi in camera per fare due chiacchiere. Io lascio che il mio cane gli si avventi contro (ricordatemi di parlarvi del cane) e il cuore del nuovo coinquilino perda un battito, poi gli spiego, calmo, mentre il cane continua a ringhiargli: "Tu qui non puoi entrare, il cane non vuole, questa è la sua stanza e non sono ammessi estranei". Lui fa segno che sì, ha capito, ma poi nei giorni successivi lo trovo che cerca di corrompere il cane con del cibo. Inutilmente.
Comunque, la seconda cosa che fa Fischietto 2 appena appoggiato il borsone è dimostrarsi degno sostituto di Fischietto e guadagnarsi il soprannome. Non che fischietti tanto quanto Fischietto, giusto un po' per dare fastidio. Ma Fischietto 2 per lo meno è una persona originale e ha un altro modo per darmi sui nervi.
E' didascalico.
Ogni sua azione viene accompagnata da una didascalia su quello che sta facendo, come nel servizio tv per non vedenti, dove una voce fuori campo commenta le scene non dialogate. Tu stai facendo le tue cose e lui "Io faccio una doccia", "Io studio un po'" o ancora "Io esco", "Ecco, sono tornato". Fai quello che vuoi, ma fallo in silenzio. Dopo un po' ha addirittura preso a commentare le azioni altrui. Ti trova in cucina che armeggi con farina, frusta elettrica, uova e panna montata e dice "Stai preparando un dolce". Così, senza neppure prendersi la briga di infilare un retorico punto di domanda nella frase. Oppure sei appena tornato con i sacchetti pieni di spesa e lui "Anche io l'altro giorno ho comprato le patate".
Devo aggiungere altro?

16.1.05

cos'è sta puzza?

Che non è che in questa casa, in questo periodo, si respiri un'aria pesante, che ci siano particolari odi o rancori tra coinquilini. Sono stati altri i momenti in cui scrivevo "I kill u" sui vetri della cucina, in modo che la scritta si mostrasse, nella sua gocciolante evidenza, quando qualche coinquilino si metteva a cucinare. Sono stati altri i momenti in cui mi aspettavo di guadagnare spazio sui quotidiani, nelle pagine di cronaca, in qualità di vittima di uno spettacolare omicidio suicidio architettato dalla mia coinquilina matta, quella che si rinchiudeva nella sua stanza per tre settimane di seguito. Quella che non vive più qui.
Allora perché aprire adesso un blog come Roomhates? Sicuramente, all'apice delle guerre intestine per il comando della casa, ci sarebbe stato molto più materiale con il quale annoiarvi. Ma quando sei sul campo di battaglia, non pensi a narrare le tue gesta ai posteri. Pensi piuttosto a scendere in strada nel cuore della notte per pisciare sulla maniglia della portiera dell'auto del tuo coinquilino, o sei troppo preso a rispondere ad annunci per una nuova casa, in cui traslocherai non prima di aver murato una bistecca nelle pareti della tua vecchia stanza, in modo che nel giro di una settimana nella tua ormai ex-casa si respiri una insostenibile puzza di cadavere, e nessuno riuscirà a capire da dove arrivi. Ricordatevelo, la prossima volta che costringerete il vostro coinquilino uscente a reimbiancare la stanza.

6.1.05

perfezionando il libero arbitrio

E' finalmente arrivato il mio nuovo divanoletto e con esso si presentano nuovi, allarmanti, problemi di tipo etico. Vi chiedo: è moralmente sbagliato negare che il divano sia un divanoletto alle ragazze che capita di ospitare per la notte?
Lei: "Ah, ma questo divano si trasforma in un letto?"
Lui: "No no."
Probabilmente la cosa giusta è lasciare loro la libertà di scegliere dove passare la notte.
Lei: "Ah, ma questo divano si trasforma in un letto?"
Lui: "Sì, ma è scomodo".

5.1.05

le ragazze sono Il Male

Sono andato a questa festa, non è che ne avessi molta voglia ma alla fine ho deciso di presenziare, anche perché, tecnicamente, si trattava della mia festa di compleanno. C'è questa mia amica, in compagnia di alcune sue amiche, che conoscono una ragazza, molto carina, molto annoiata, molto sola. Anche lei alla festa. L'unica ragazza interessante alla festa. L'unica su cui ho messo gli occhi. Chiedo informazioni. Mi dicono che non è che la da via come se non ci fosse un domani, ma neppure adopera la propria vagina con eccessiva parsimonia. Con altre parole, ma questo è quello che mi hanno detto.
La ragazza carina sola e annoiata raggiunge il nostro gruppo. Si presenta: Vanessa (nel racconto non è stato usato un nome di fantasia per non tutelarne la privacy). Dice che abbiamo fatto lo stesso liceo. Io non me la ricordo. Dice che avevo i capelli strani. Cerco di capire in che sezione era. Dice che ero l'unico in quel liceo a vestire in un certo modo. Inizia a intrigarmi la facilità dell'approccio. Dice che al tempo le avevo chiesto di uscire assieme.
Poi mi stringe la testa tra le mani fino a farmi schizzare fuori il cervello dagli occhi, e scompare in una nuvola di fumo, lasciando un forte odore di zolfo.