da questo blog è stata tratta una storia vera

24.2.06

a volte sogno di svegliarmi (due di tre)

Non è che sei un esperto di Feng Shui, e per sapere esattamente come si scrive dovresti fare un breve ricerca con google; ma il tuo letto è comunque orientato sull'asse nord-sud, con la testa rivolta verso nord, così come vuole questo metodo giapponese del vivere armonicamente con i principi della geomazia. Però tu sei anche stato attento a sistemare il letto in mezzo alla camera, non perché così consiglia la saggezza orientale, ma per essere svegliato dalla luce naturale e essere prepotentemente calciato fuori dalle coperte dai caldi raggi solari mattutini.
Ma ci sono mattinate in cui il sole che si infila nella stanza ti trova già mezzo sveglio a pianificare la tua giornata e, beh, in questo caso specifico con una certa urgenza di andare in bagno a causa del felafel della sera precedente. E dormire secondo l'asse magnetico del pianeta può non bastare per il tuo benessere psicofisico se poi trova il bagno occupato: stai per bussare leggermente sulla porta, giusto per far capire a chi c'è dentro di non prendersela troppo comoda, quando senti la tua coinquilina chiedere al suo ragazzo, quello hai prelevato in stazione il giorno prima, di andare nella sua camera a prendere l'accappatoio che ha dimenticato di portarsi dietro.
"Potevi pensarci prima"
"Non fare lo stronzo, sono nuda e bagno tutto il corridoio"
"Sei una incapace, se neanche ti ricordi l'accappatoio"
"Vaffanculo, vai a prendermi quel cazzo di accappatoio"
"Non so dov'è, mica mi metto a frugare nella tua roba"
"Ma è lì dietro alla porta... E poi certo che guardi nella mia roba, credi che non ti abbia visto stamattina che sbriciavi nei miei cassetti"
"Io? Ma tu hai le allucinazioni, sei matta, matta! E poi cos'è? Hai qualcosa da nascondere?"
Così finisce che non bussi alla porta, torni sui tuoi passi, in camera tua, dove accendi il computer, ti vesti e aspetti pacatamente che si liberi il bagno, mentre le loro voci si fanno sempre più forti. Quando finalmente la porta del bagno viene aperta, in realtà viene spalancata, e la tua coinquilina insegue il suo ragazzo urlandogli fino alla sua stanza, per chiudersi dentro e continuare a urlargli contro. E tu vai in bagno, chiudi a chiave e ti siedi sul cesso: da lì, nonostante le due porte chiuse, potresti continuare a seguire il loro litigio, ma, non solo per il fatto che gli insulti del ragazzo portano poche novità alla discussione, preferisci concentrarti su tutte le cose che devi fare oggi. Vieni bruscamente riportato a quello che sta succedendo in casa quando senti la coinquilina urlare il tuo nome, seguito da una parola molto semplice:
"Aiuto"
Ci metti un attimo a realizzare cosa devi fare, ma pulirti alla meno peggio il sedere con un po' di carta igienica, tirare l'acqua e correre in camera della coinquilina mentre cerchi di stringere la cintura, tutto questo è incongruentemente lento rispetto all'enfasi del momento. Ti viene da pensare che, a dover raccontare la storia, ometteresti senz'altro questo particolare.
Quando entri nella sua camera, li trovi sdraiati sul letto: lui è sopra di lei la tiene per le spalle e la sbatte violentemente contro la testata; ma appena ti vede si rialza con uno scatto e si mette a un angolo della stanza dicendoti
"L'hai sentita anche tu come mi ha offeso".
Lei è paonazza, sta piangendo, ma tra i singhiozzi inizia a urlargli
"Sei un bastardo, un bastardo, un bastardo un bastardo un bastardounbastardounbastardo"
e dopo che le sue parole iniziano a non avere più un senso, dopo che lui è partito dal suo angolo per darle un calcio, dopo che tu sei scattato nel mezzo per bloccarlo, non riuscendoci granché, dopo tutto questo, tu ti scopri a parlare gentilmente con lui
"Per favore, esci dalla stanza, lasciala un attimo sola"
e a lei, più duro
"Adesso smettila!"

2 Comments:

Blogger slavina said...

qualcuno aspetta con ansia il tre di tre.




io

2.3.06

 
Anonymous Anonimo said...

idem

2.3.06

 

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