1997 circa (semiotica, tre di tre)
INTERNO: CAMERA DA LETTO DI JANELLE - GIORNO
Janelle è seduta sul letto con le gambe incrociate. Tiene in grembo un blocco per gli appunti su cui scrive. Si sente bussare alla porta.
JANELLE: "Avanti!"
VIC (entrando): "Disturbo?"
JANELLE: "No tranquillo, sto scrivendo."
VIC: "Appunto..."
JANELLE: "Ma figurati, non è niente di così importante che non mi permetta di parlare un poco con te."
Vic si siede sul letto, accanto a Janelle.
JANELLE: "Sto andando avanti con la mia sceneggiatura. Avrai tempo di leggere le modifiche, più tardi?"
VIC: "Volentieri, tanto oggi sto in casa per riprendermi dalla serata di ieri. Solo che... cioé, non voglio dire che per me stai perdendo tempo con quella sceneggiatura, però..."
JANELLE: "Non ti piace quello che ho scritto finora?"
VIC: "No anzi, forse come hai detto tu manca un po' di ritmo, ma è comunque realistico, ti coinvolge..."
JANELLE: "Dici che non troverò nessuno interessato a comprarla?"
VIC: "Figurati, come se tu avessi bisogno di qualcuno che fa le cose per te, riusciresti comunque a fare tutto da sola..."
JANELLE: "Insomma... Ma allora perché dovrei lasciar perdere questa sceneggiatura?"
VIC: "Se mi fai parlare... E' che, non so come spiegarti, è che puoi comunicare molto di più con qualcosa di scritto piuttosto che con le immagini."
Janelle guarda Vic con uno sguardo interrogativo.
VIC: "Non so, alla fine la gente guarda i film giusto per passare un po' di tempo, per distrarsi un attimo, non è che un film comunichi qualcosa."
JANELLE: "Vabbé, se mi parli delle produzioni di Hollywood posso anche darti ragione..."
VIC: "Ma anche per i film indipendenti, quante volte capisci cosa vuol dire il regista?"
JANELLE: "Perché per questi film devi aver le competenze per capire il messaggio..."
VIC: "No, non ti sto dicendo che vedo i film d'autore come seghe mentali, certo a volte alcuni film mi sembrano seghe mentali, ma sono comunque consapevole che sono in torto, che non ho "le competenze". Ma solitamente uno rilegge un film adattandolo alle proprie esperienze, alle proprie emozioni e così il messaggio iniziale è stato rielaborato, è quello che lo spettatore da al film, non quello che voleva dare l'autore."
JANELLE: "Certo, se la metti su questo piano è una cosa normale, non credere che non succeda anche in un libro... succede in qualsiasi tipo di comunicazione."
VIC: "Sarà anche così, ma un film è comunque più criptico di un libro, è più difficile per un film riuscire a comunicare quello che vuole comunicare... o meglio è più difficile che uno riesca a capire esattamente quello che il film vuole comunicare. Per un libro è più facile."
JANELLE: "E' perché il codice usato é diverso."
VIC: "E allora vedi che ho ragione io? Puoi dare molto di più scrivendo qualcosa che non traducendolo in immagini."
JANELLE: "Se la metti così, allora anche lo scrivere sarebbe inutile per comunicare qualcosa a qualcuno. Dovrei giusto parlarci con gli altri, ma sarebbe limitativo."
VIC: "E non che così facendo riusciresti comunque a comunicare..."
JANELLE: "Cioé?"
VIC: "L'hai detto tu, che si tratti di un film, libro o un semplice scambio di idee tra due individui, comunque uno distorce il messaggio a seconda della propria esperienza personale."
JANELLE: "Ehi, calma, questo solo in teoria, poi nella realtà non è che non siamo in grado di comunicare tra noi. Parlando di teorie, c'è anche quella opposta secondo la quale quando due persone parlano, una si immedesima completamente nell'altra, quasi plasma le proprie idee in quelle del suo interlocutore."
VIC: "Si chiama empatia, no?"
JANELLE: "Si, si chiama così."
VIC: "Sto dando l'esame di semiotica...
JANELLE (sorridendo): "Mi sembri preparato."
VIC: "Sì. Beh, anche se questi sono i casi limite, i due estremi, penso comunque che la realtà sia molto più vicina all'impossibilità di comunicare tra due individui. Io non comprendo quello che l'altro mi vuol dire perché lo rielaboro dentro di me in maniera differente da come mi era stato proposto inizialmente."
JANELLE: "Sei un po' drastico a dire che due persone non riescono a comunicare..."
VIC: "Perché? Guarda te e Chris, per esempio."
JANELLE: "Ancora Chris. Basta! Hai preso l'esempio sbagliato: noi due non potevamo comunicare perché non ce ne fregava niente l'uno dell'altra."
VIC: "OK, ho sbagliato esempio..."
JANELLE: "Prendi noi due invece, noi riusciamo a capire quello che l'altro vuol dire, no?"
Vic tace.
JANELLE: "No?"
VIC: "Boh, sì..."
JANELLE: "E allora cosa era quel silenzio? Anche due persone con un rapporto come il nostro non riescono a comunicare?!"
VIC: "Ma no, è solo che anche quando sembra di capire cosa una persona vuole dirti, magari si da troppo peso a cose che invece non hanno importanza, o comunque non hanno il significato che ci si vuol vedere. Robe tipo certi sguardi, certi movimenti, certe parole sono difficili da interpretare, uno li vuole interpretare in un modo per adattare la situazione a ciò che vive lui. Magari uno pensa che sia la più totale empatia, e invece..."
Segue un lungo silenzio.
JANELLE: "Ti ho sognato stanotte..."
VIC: "Davvero?"
JANELLE: "Sì, ero con te in un deposito e tu dipingevi un treno... Per poco non ci beccavano... Come é andata invece?"
VIC: "Invece?! Mi sa che sei una veggente!"
JANELLE: "Ti hanno beccato?"
VIC: "Andiamo con ordine, questa te la racconto dall'inizio."
JANELLE: "Ti hanno beccato."
VIC: "Non mi hanno beccato, ma lasciami raccontare tutta la storia, magari ne prendi spunto per il film..."
JANELLE: "Vai!"
Janelle è seduta sul letto con le gambe incrociate. Tiene in grembo un blocco per gli appunti su cui scrive. Si sente bussare alla porta.
JANELLE: "Avanti!"
VIC (entrando): "Disturbo?"
JANELLE: "No tranquillo, sto scrivendo."
VIC: "Appunto..."
JANELLE: "Ma figurati, non è niente di così importante che non mi permetta di parlare un poco con te."
Vic si siede sul letto, accanto a Janelle.
JANELLE: "Sto andando avanti con la mia sceneggiatura. Avrai tempo di leggere le modifiche, più tardi?"
VIC: "Volentieri, tanto oggi sto in casa per riprendermi dalla serata di ieri. Solo che... cioé, non voglio dire che per me stai perdendo tempo con quella sceneggiatura, però..."
JANELLE: "Non ti piace quello che ho scritto finora?"
VIC: "No anzi, forse come hai detto tu manca un po' di ritmo, ma è comunque realistico, ti coinvolge..."
JANELLE: "Dici che non troverò nessuno interessato a comprarla?"
VIC: "Figurati, come se tu avessi bisogno di qualcuno che fa le cose per te, riusciresti comunque a fare tutto da sola..."
JANELLE: "Insomma... Ma allora perché dovrei lasciar perdere questa sceneggiatura?"
VIC: "Se mi fai parlare... E' che, non so come spiegarti, è che puoi comunicare molto di più con qualcosa di scritto piuttosto che con le immagini."
Janelle guarda Vic con uno sguardo interrogativo.
VIC: "Non so, alla fine la gente guarda i film giusto per passare un po' di tempo, per distrarsi un attimo, non è che un film comunichi qualcosa."
JANELLE: "Vabbé, se mi parli delle produzioni di Hollywood posso anche darti ragione..."
VIC: "Ma anche per i film indipendenti, quante volte capisci cosa vuol dire il regista?"
JANELLE: "Perché per questi film devi aver le competenze per capire il messaggio..."
VIC: "No, non ti sto dicendo che vedo i film d'autore come seghe mentali, certo a volte alcuni film mi sembrano seghe mentali, ma sono comunque consapevole che sono in torto, che non ho "le competenze". Ma solitamente uno rilegge un film adattandolo alle proprie esperienze, alle proprie emozioni e così il messaggio iniziale è stato rielaborato, è quello che lo spettatore da al film, non quello che voleva dare l'autore."
JANELLE: "Certo, se la metti su questo piano è una cosa normale, non credere che non succeda anche in un libro... succede in qualsiasi tipo di comunicazione."
VIC: "Sarà anche così, ma un film è comunque più criptico di un libro, è più difficile per un film riuscire a comunicare quello che vuole comunicare... o meglio è più difficile che uno riesca a capire esattamente quello che il film vuole comunicare. Per un libro è più facile."
JANELLE: "E' perché il codice usato é diverso."
VIC: "E allora vedi che ho ragione io? Puoi dare molto di più scrivendo qualcosa che non traducendolo in immagini."
JANELLE: "Se la metti così, allora anche lo scrivere sarebbe inutile per comunicare qualcosa a qualcuno. Dovrei giusto parlarci con gli altri, ma sarebbe limitativo."
VIC: "E non che così facendo riusciresti comunque a comunicare..."
JANELLE: "Cioé?"
VIC: "L'hai detto tu, che si tratti di un film, libro o un semplice scambio di idee tra due individui, comunque uno distorce il messaggio a seconda della propria esperienza personale."
JANELLE: "Ehi, calma, questo solo in teoria, poi nella realtà non è che non siamo in grado di comunicare tra noi. Parlando di teorie, c'è anche quella opposta secondo la quale quando due persone parlano, una si immedesima completamente nell'altra, quasi plasma le proprie idee in quelle del suo interlocutore."
VIC: "Si chiama empatia, no?"
JANELLE: "Si, si chiama così."
VIC: "Sto dando l'esame di semiotica...
JANELLE (sorridendo): "Mi sembri preparato."
VIC: "Sì. Beh, anche se questi sono i casi limite, i due estremi, penso comunque che la realtà sia molto più vicina all'impossibilità di comunicare tra due individui. Io non comprendo quello che l'altro mi vuol dire perché lo rielaboro dentro di me in maniera differente da come mi era stato proposto inizialmente."
JANELLE: "Sei un po' drastico a dire che due persone non riescono a comunicare..."
VIC: "Perché? Guarda te e Chris, per esempio."
JANELLE: "Ancora Chris. Basta! Hai preso l'esempio sbagliato: noi due non potevamo comunicare perché non ce ne fregava niente l'uno dell'altra."
VIC: "OK, ho sbagliato esempio..."
JANELLE: "Prendi noi due invece, noi riusciamo a capire quello che l'altro vuol dire, no?"
Vic tace.
JANELLE: "No?"
VIC: "Boh, sì..."
JANELLE: "E allora cosa era quel silenzio? Anche due persone con un rapporto come il nostro non riescono a comunicare?!"
VIC: "Ma no, è solo che anche quando sembra di capire cosa una persona vuole dirti, magari si da troppo peso a cose che invece non hanno importanza, o comunque non hanno il significato che ci si vuol vedere. Robe tipo certi sguardi, certi movimenti, certe parole sono difficili da interpretare, uno li vuole interpretare in un modo per adattare la situazione a ciò che vive lui. Magari uno pensa che sia la più totale empatia, e invece..."
Segue un lungo silenzio.
JANELLE: "Ti ho sognato stanotte..."
VIC: "Davvero?"
JANELLE: "Sì, ero con te in un deposito e tu dipingevi un treno... Per poco non ci beccavano... Come é andata invece?"
VIC: "Invece?! Mi sa che sei una veggente!"
JANELLE: "Ti hanno beccato?"
VIC: "Andiamo con ordine, questa te la racconto dall'inizio."
JANELLE: "Ti hanno beccato."
VIC: "Non mi hanno beccato, ma lasciami raccontare tutta la storia, magari ne prendi spunto per il film..."
JANELLE: "Vai!"
4 Comments:
spero la storia non termini qui :(
26.9.05
tre di tre... però bella. gusta
26.9.05
vai...
26.9.05
...è così importante che un libro o un film comunichi esattamente quello che aveva in mente l'autore? Se uno scritto o anche una canzone, o più in generale un'opera, trasmette delle emozioni per cui chi la legge o la guarda ci trova comunque un suo significato, penso che sia già molto. E non importa se quello che ci trova non è la stessa cosa che l'autore aveva in mente...
Voglio dire... non so esattamente quello che tu vuoi comunicare con questa tua storia, ma a me piace lo stesso, perchè mi fa riflettere ad esempio, su questo aspetto del significato di un'opera.
Mi pare che Vic si preoccupi troppo...!
Ciao.
28.9.05
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