la casa dei sessuomani (parte prima)
Un tempo abitavo in questo enorme appartamento che attirava ogni genere di psicolabili e sessuomani. A volte entravo in cucina nel bel mezzo di una conversazione su quello che i vari membri della casa erano riusciti a intravedere del mio corpo sotto le coperte, mentre dormivo. E non è che la mia presenza li facesse sentire in dovere di cambiare argomento. Immagino che l'idea alla base della scelta di nuovi coinquilini fosse quella di avere in casa ogni tipo di orientamento sessuale immaginabile, e credetemi, sono molti di più di quelli a cui voi potreste pensare.
Era sempre molto divertente quando veniva a trovarmi qualche amico. All'inizio rimaneva zittito dalle nudità che incrociava per gli enormi corridoi della casa, poi si riprendeva e mi diceva:
"Ma non mi avevi mai detto che vivevi con una cavalla del genere!"
E io:
"E' un uomo..."
E lui, immancabilmente:
"Ma ha le tette..."
E io:
"E allora?".
La vita in quella casa sarebbe stata perfetta se solo non stessimo collezionando un grande numero di querele e denunce da parte del vicino del piano di sotto, un vecchio che ci querelava per rumori e schiamazzi anche quando la casa era vuota.
Era sempre molto divertente quando veniva a trovarmi qualche amico. All'inizio rimaneva zittito dalle nudità che incrociava per gli enormi corridoi della casa, poi si riprendeva e mi diceva:
"Ma non mi avevi mai detto che vivevi con una cavalla del genere!"
E io:
"E' un uomo..."
E lui, immancabilmente:
"Ma ha le tette..."
E io:
"E allora?".
La vita in quella casa sarebbe stata perfetta se solo non stessimo collezionando un grande numero di querele e denunce da parte del vicino del piano di sotto, un vecchio che ci querelava per rumori e schiamazzi anche quando la casa era vuota.
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