una introduzione alla moderna sociologia
Non esite una cosa come la comunicazione tra persone: in ultima analisi, ognuno di noi vive sotto una campana di vetro, isolato da tutti gli altri. Anche con le persone che più apprezziamo e con cui più amiamo parlare, non facciamo altro che scambiarci carezze sociali. Si chiamano così, tecnicamente. Non ha alcuna importanza quello che viene detto, l'importante è darci ragione l'un l'altro per uscire appagati dal contatto interpersonale.
Se questo è quello che succede tra persone che si stimano, figuratevi cosa avviene in casa mia.
Ci sono però casi in cui resta indispensabile la ricerca del dialogo: ad esempio, quando si decide che il livello di sporcizia è tale da dover assolutamente pulire, salvo scoprire che la mattina stessa qualcuno aveva pulito tutta casa e quindi sì, quello che tu consideri intollerabilmente sporco, è splendente per qualcun altro. A questo punto, è chiaro che bisogna parlare. Cercando di essere moderati, certo. Comprensivi oltre misura, naturale. Mettendo in gioco anche se stessi, ovvio.
Cucina, interno giorno.
Io: "Sai, penso che dovremmo tutti impegnarci un poco di più per tenere in ordine la casa..."
La Cagarona (guardando la collezione di pentole unte che sta personalmente accatastando nell'acquaio): "Cazzo lo dici a me, io non ci sono mai".
Cucina, interno giorno (dieci minuti più tardi).
Io: "Sai, penso che dovremmo tutti impegnarci un poco di più per tenere in ordine la casa..."
Fischietto (di fronte alla pericolante torre di tazze costruita ad eterna testimonianza della sua debolezza per le tisane notturne): "Ehm, no, ma, io pulisco sempre tutto appena lo uso".
Così, viviamo in una casa che si mette in disordine da sola. Fantastico, dovremmo brevettarla.
Riguardo alla nuova coinquilina, invece, non ho nulla da dire se non che lascia sempre un sacco di capelli nel lavandino. O lei o il suo ragazzo, la cosa non fa differenza perché comunque nessuno si carica del fardello di toglierli.
Unica nota positiva, domani parto di nuovo.
Se questo è quello che succede tra persone che si stimano, figuratevi cosa avviene in casa mia.
Ci sono però casi in cui resta indispensabile la ricerca del dialogo: ad esempio, quando si decide che il livello di sporcizia è tale da dover assolutamente pulire, salvo scoprire che la mattina stessa qualcuno aveva pulito tutta casa e quindi sì, quello che tu consideri intollerabilmente sporco, è splendente per qualcun altro. A questo punto, è chiaro che bisogna parlare. Cercando di essere moderati, certo. Comprensivi oltre misura, naturale. Mettendo in gioco anche se stessi, ovvio.
Cucina, interno giorno.
Io: "Sai, penso che dovremmo tutti impegnarci un poco di più per tenere in ordine la casa..."
La Cagarona (guardando la collezione di pentole unte che sta personalmente accatastando nell'acquaio): "Cazzo lo dici a me, io non ci sono mai".
Cucina, interno giorno (dieci minuti più tardi).
Io: "Sai, penso che dovremmo tutti impegnarci un poco di più per tenere in ordine la casa..."
Fischietto (di fronte alla pericolante torre di tazze costruita ad eterna testimonianza della sua debolezza per le tisane notturne): "Ehm, no, ma, io pulisco sempre tutto appena lo uso".
Così, viviamo in una casa che si mette in disordine da sola. Fantastico, dovremmo brevettarla.
Riguardo alla nuova coinquilina, invece, non ho nulla da dire se non che lascia sempre un sacco di capelli nel lavandino. O lei o il suo ragazzo, la cosa non fa differenza perché comunque nessuno si carica del fardello di toglierli.
Unica nota positiva, domani parto di nuovo.
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